Farini – Venezia
Progetto: Arch. Cristiano Urban
Credits immagini: Andrea Pitteri fotografo
“Mai come nel progetto, curato da Grassi Pietre nello spazio Farini di Campiello Selvatico a Venezia, ho potuto sintetizzare il connubio tra la Pietra e il Pane, due elementi così presenti e importanti nella nostra vita”.
Arch. Cristiano Urban
Il progetto per la realizzazione di Farini, locale per la vendita e somministrazione di prodotti da forno, curato dall’Arch. Cristiano Urban è caratterizzato dal forte legame di Urban e di Venezia con la pietra, componente fondamentale del paesaggio urbano della città lagunare.
Lo spazio prevede un elemento espositivo disposto sul lato lungo del locale per permettere la visione, attraverso le due ampie e luminose vetrine esterne, dei prodotti e invitare i passanti ad un percorso degustativo. Proprio questo bancone e il suo rivestimento in pietra costituiscono gli elementi centrali sui quali ruota tutta l’idea progettuale dando carattere distintivo all’intero locale.
La scelta della pietra è caduta sulla Trachite Zovonite mista calda grigia, pietra diffusa a Venezia sin dai tempi antichi. Geologicamente si tratta di una pietra vulcanica. Ricca di silice la trachite è composta da una massa di fondo vetrosa di color grigio chiaro, che può assumere sfumature cromatiche tendenti al giallo arancio per la presenza di ossidi di ferro. Le cave si trovano in provincia di Padova, nei Colli Euganei, colline di origine vulcanica nate circa 30 milioni di anni fa dopo eruzioni sottomarine di lava basaltica: questi colli sono i più importanti serbatoi di trachite in Italia. Pur essendo un materiale poroso, ha dati di resistenza meccanica paragonabili a quelli di un granito. Le caratteristiche tecniche del materiale e la sua durevolezza in particolare lo rendevano certamente adatto allo scopo.
Per la selezione lapidea si è resa necessaria un’accurata e lunga ricerca fra lastre dette “scorze di reso” per il rivestimento perimetrale del bancone fino all’individuazione di un’unica grande placca di spessore irregolare di 3-8 cm a spacco di cava, dal forte richiamo ancestrale. La lastra è stata successivamente posata a colla su una struttura in legno mentre il piano, anch’esso in Trachite Zovonite, per ovvie esigenze lavorative è stato trattato con una finitura spazzolata.
“La visione del pane, il profumo all’uscita dal forno, la sensazione del tocco della crosta attraverso il sacchetto che lo contiene, mi ha spinto a lasciare la pietra il più grezza possibile per permettere, nel momento dell’attesa e toccando le lastre, di riproporre quel gesto per noi quotidiano ma sempre magico” aggiunge l’architetto.
I pavimenti e i rivestimenti – sempre in Trachite Zovonite dello spessore di 2 cm lavorati a doghe e posati a colla – dialogano con il legno chiaro dei tavoli e delle boiserie. Il continuo rimando alla pietra mette in connessione ogni elemento dell’interior con l’esterno del locale in un fil rouge estetico e storico-culturale.
Da un punto di vista quantitativo sono stati forniti 100 mq circa di pavimento con superficie spazzolata C240 per il pavimento, con formato 30 e 40 a correre, e circa 100 mq di rivestimento a casellario a doghe formato 15/20/25 x 2 cm .
Il risultato finale è un’eleganza sobria, ma di grande effetto, che rimanda alla crosta del pane e al suo richiamo ancestrale frutto di un percorso di ricerca non solo estetica ma anche sensoriale che contraddistingue tutti i lavori dell’architetto.
Il progetto finito imprime un carattere veramente forte ed esclusivo al negozio, riconoscibile ma non autoreferenziale, perfettamente calato nell’atmosfera veneziana pur con i tratti distintivi della contemporaneità.